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IL PIANO STRATEGICO. Strumento di promozione e sviluppo delle trasformazioni territoriali

Daniela Cerrone

La pianificazione strategica ha introdotto, nel campo della pianificazione urbanistica, u2n nuovo approccio alla fase della conoscenza; nuovi metodi di selezione delle priorità di intervento; nuovi strumenti di individuazione e attivazione di risorse; in sintesi, una nuova “filosofia” del governo delle trasformazioni urbane e territoriali finalizzate allo sviluppo fisico ma anche e soprattutto sociale ed economico del sistema urbano. Il successo di alcune esperienze ha creato una notevole “fiducia” nelle possibilità di tale strumento; fiducia che ha dato vita ad un fenomeno di emulazione che ha generato una molteplicità di piani riconducibili alla definizione di Piano Strategico. Spesso i risultati hanno però disatteso le aspettative. Attraverso l’analisi dei principali contri-buti teorici e delle numerose esperienze di piano, in questo volume si pone in evidenza l’esistenza di molteplici elementi di convergenza tra i casi analizzati ma si sottolinea soprattutto che l’esito di tali esperienze è fortemente condizionato da alcuni fattori propri del contesto locale. Il successo di una esperienza di pianificazione strategica dipende dalla capacità di “calare” la struttura generale del Piano, nella realtà particola-re del contesto territoriale per il quale si predispone lo strumento. Il principale contri-buto del presente volume al dibattito sugli strumenti operativi di governo dello sviluppo dei sistemi urbani è, quindi, riconducibile all’individuazione degli elementi che condizionano i processi di costruzione dei piani strategici. Lo studio individua i principali fattori da cui dipende il processo di pianificazione strategica e ne approfondisce le problematiche al fine di chiarire le possibili alternative risolutive.

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 Daniela Cerrone (Napoli 1973), ingegnere, Dottore di ricerca in Pianificazione e Scienza del Territorio presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II”, ha conseguito il Master in Business Administration presso STOÀ nel 1999. Dal 1998 svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, sviluppando gli aspetti connessi alle pratiche (procedure e strumenti) e politiche (sistemi di azioni coordina-te) di governo e implementazione delle trasformazioni urbane con particolare riferimento ai meccanismi di innesco, promozione, sviluppo delle trasformazioni nelle aree urbane di grandi dimensioni.

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TURISMO TURISMI E CITTA’. Una proposta di Piano di Sviluppo Turistico per Napoli

Rosa Anna La Rocca

Base di questo studio è la considerazione che riconoscere al turismo il ruolo di “volano economico”, non giustifica la carenza di politiche territoriali integrate, tese alla razionalizzazione dell’uso e della fruizione delle risorse ambientali, paesaggistiche e culturali, oltre che alla salvaguardia di tali risorse. In tal senso, diviene prioritaria la messa a punto di un insieme di azioni coordinate che, oltre a garantire la valorizzazione delle risorse e delle vocazioni di un territorio, siano finalizzate a rendere maggiormente vivibili le città interessate dal fenomeno, pur nel perseguimento di obbiettivi di sviluppo turistico. Una corretta strategia di promozione turistica deve tener conto delle dotazioni del territorio (risorse primarie, strutture ricettive, Infrastrutture di trasporto, livelli di accessibilità, disponibilità dei residenti), al contempo, però, non può prescindere dall’essere espressione di un disegno complessivo di sviluppo, teso, tra l’altro, al superamento di squilibri tra aree altamente congestionate e aree marginali, pur all’interno di uno stesso territorio. Tali considerazioni hanno guidato lo sviluppo della ricerca contenuta in questo volume che dalla conoscenza del fenomeno turistico perviene all’elaborazione di uno schema di sviluppo turistico per Napoli, proponendo l’articolazione del territorio urbano in un sistema di “zone a specializzazione turistica” (ZST) rafforzandone le peculiarità e le vocazioni, in maniera compatibile con le risorse esistenti.

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Rosa Anna La Rocca è architetto, Dottore di Ricerca in Pianificazione e Scienza del Territorio, titolare di Assegno di Ricerca. Dal 1992 svolge la sua attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ponendo particolare attenzione allo studio dei fenomeni ad elevato impatto sulle trasformazioni fisiche e funzionali del territorio con la finalità di ricercare metodi, strumenti e procedure per governarne e ridurne gli effetti. Trai suoi più recenti lavori: “La razionalizzazione dell’offerta urbana per un turismo sostenibile” in Aloj, E., ed., (2002), Economic development and sustainability: the environmental and cultural tourism as new occupation opportunity, RCE edizioni srl, Napoli; “Sviluppo turistico e governo del territorio: elementi per la definizione di ipotesi di compatibilità” in AA.VV., (2001), Scienze regionali e strategie per la città e il territorio, XXII Conferenza Italiana di Scienze Regionali, I.Pi.Ge.T — CNR, Napoli.

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RUOLO DELLE AREE INTERDETTE NEI PROCESSI DI TRASFORMAZIONE E RIQUALIFICAZIONE URBANA: IL CASO DEI BENI MILITARI

Emilia Giovanna Trifiletti

Il problema del recupero e delle trasformazioni d’uso dei vuoti prodottisi in seguito ai fenomeni di dismissione è diventato, già da metà degli anni ’80, un tema centrale per i progetti di sviluppo delle città. Essendo ormai del tutto esaurite le riserve di spazio per un’ulteriore espansione verso l’esterno ed essendosi nel frattempo aggravato lo stato di congestione delle aree metropolitane, le scelte di riutilizzo delle aree residue, quali quelle individuate dalla ricerca come “aree interdette”, hanno oggi ancora maggior rilievo e centralità per le trasformazioni delle città. Le “aree interdette”, infatti, (come del resto nei decenni scorsi è accaduto per le aree industriali dismesse) possono rappresentare una risorsa da utilizzare per operazioni rilevanti di rivitalizzazione, rilancio e sviluppo anche economico dei contesti urbani. Ma quali debbono essere gli elementi sui quali puntare affinché l’operazione di riconversione abbia effettivamente impatti determinanti sui contesti urbani? Quale ruolo possono svolgere nel processo di trasformazione i diversi soggetti coinvolti? E soprattutto, quali risorse e quali strumenti possono essere utilizzati per garantire l’effettiva attuazione delle iniziative? È su questi interrogativi che la ricerca pone la sua attenzione, individuando i principali elementi sui quali mirare per mettere a punto progetti di riconversione orientati al rilancio ed allo sviluppo di interi sistemi urbani.

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Emilia Giovanna Trifdetti (Milano, 1970), architetto, è dottore di Ricerca in “Pianificazione e Scienza del Territorio”. Dal 1998 svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II occupandosi dei processi di riqualificazione della città esistente ed in particolare del ruolo che, nel processo di trasformazione della città, può giocare la presenza di vaste aree non più utilizzate. Ha collaborato con l’Istituto di Pianificazione e Gestione del Territorio del C.N.R. di Napoli ed attualmente collabora con il Comune di Napoli nell’ambito del Progetto recupero del Real Albergo dei Poveri.

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TECNICHE E STRUMENTI INNOVATIVI PER IL RECUPERO E LA RIQUALIFICAZIONE DEI CENTRI STORICI

Daniela Cerrone, Andrea Ceudech, Luigi Orefice, Emilia Giovanna Trifiletti

È ormai opinione condivisa che solo strategie di intervento che tengano conto degli aspetti economici, sociali, culturali oltre che edilizi ed urbanistici, possano innescare processi di riqualificazione dei centri storici di lunga durata ed ampio respiro. Tale approccio impone, però, la necessità che il tema venga affrontato nella sua multidimensionalità riconducendo la molteplicità e l’eterogeneità delle azioni da mettere in campo all’interno di una strategia unitaria di governo dell’evoluzione di un sistema urbano o di una sua parte, finalizzata alla gestione sia dell’ordinaria manutenzione sia delle trasformazioni fisi-che economiche e sociali. Il principale contributo del presente volume al dibattito sulle tecniche e gli strumenti operativi di governo dello sviluppo dei centri storici è riconducibile all’approfondimento di alcune tematiche emergenti ritenute particolarmente significative ed innovative per orientare in un’ottica integrata gli interventi sui centri storici.

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Daniela Cerrone (Napoli 1973), ingegnere, Dottore di Ricerca in Pianificazione e Scienza del Territorio presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, ha conseguito il Master in Business Administration presso STOÀ nel 1999. Dal 1998 svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, sviluppando gli aspetti connessi alle pratiche (procedure e strumenti) e politiche (sistemi di azioni coordinate) di governo e implementazione delle trasformazioni urbane con particolare riferimento ai meccanismi di innesco, promozione, sviluppo delle trasformazioni nelle aree urbane di grandi dimensioni.

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Andrea Ceudech (Napoli 1972), architetto, dottore di ricerca in Pianificazione e Scienza del Territorio presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ha orientato la propria attività di ricerca alla messa a punto di strumenti e tecniche di supporto ad un governo delle trasformazioni urbane finalizzato al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, con particolare riferimento alla mitigazione, in chiave urbanistica, dei rischi naturali. Tra le pubblicazioni: “Una procedura per la misura della vulnerabilità dei sistemi urbani ai rischi naturali: il caso Napoli”, in Atti della XXII Conferenza A.I.S.Re., Venezia, 2001; con A. Galderisi e M. Stanganelli “Governo delle trasformazioni, prevenzione del rischio sismico e gestione dell’emergenza nei grandi sistemi urbani”, Atti della XXIII Conferenza A.I.S.Re., Reggio Calabria, 2002.

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Luigi Orefice (Napoli 1967) architetto, Dottore di Ricerca in Metodi di valutazione nella progettazione urbanistica ed architettonica. Dal 1998 è docente a contratto di Estimo per il corso di Diploma in Ingegneria delle Infrastrutture presso la Facoltà di Ingegneria di Napoli, Dal 2002 è Ricercatore della cattedra di Economia ed Estimo Civile della Facoltà di Ingegneria di Napoli (Federico II) presso il Dipartimento di Ingegneria Economico-Gestionale.

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Emilia Giovanna Trifiletti (Milano 1970), architetto, è Dottore di Ricerca in “Pianificazione e Scienza del Territorio”. Dal 1998 svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II occupandosi dei processi di riqualificazione della città esistente ed in parti-colare del ruolo che, nel processo di trasformazione della città, può giocare la presenza di vaste aree non più utilizzate. Ha collaborato con l’Istituto di Pianificazione e Gestione del Territorio del C.N.R. di Napoli ed attualmente collabora con il Comune di Napoli nell’ambito del Progetto recupero del Real Albergo dei Poveri.

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TECNICHE DI SCENARIO E STRATEGIE URBANISTICHE PER LA MITIGAZIONE DEL RISCHIO SISMICO NELLA CITTÀ STORICA

Andrea Ceudech

Negli ultimi vent’anni le “catastrofi naturali” nel mondo sono raddoppiate. Di fronte all’evidenza degli ingenti danni e delle perdite umane che accompagnano il manifestarsi di alluvioni, terremoti, uragani, ecc., anche di non elevata intensità, la mitigazione degli impatti sul territorio di eventi naturali è divenuta centrale nel dibattito e nella pratica urbanistica, anche italiana, degli ultimi anni. I disastri di matrice naturale si verificano quando le dinamiche dei fenomeni naturali incrociano l’ambiente antropizzato, determinando su quest’ultimo impatti distruttivi. Il legame tra la possibilità dell’evento naturale di verificarsi, con una data intensità entro un definito arco temporale, e le caratteristiche dei sistemi territoriali che possono comportare danni più o meno elevati è espresso mediante il concetto di “rischio”. Tra i rischi naturali, quello che assume in Italia maggiore rilevanza in ambito urbano è quello sismico. Nel nostro paese, infatti, la quantità dei danni e delle vittime che dall’inizio del Novecento ad oggi si è registrata nelle città di piccole e medie dimensioni pone in maniera stringente il problema del rischio sismico in ambito urbano, evidenziando nella parte più antica degli insediamenti l’area di maggiore problematicità. Sulla base di tali considerazioni ed in riferimento ad un approccio sistemico allo studio dei fenomeni urbani, la ricerca è finalizzata a mettere a punto tecniche di scenario per la conoscenza dei molteplici danni che le grandi città storiche subiscono a seguito di un evento sismico per definire efficaci strategie urbanistiche di mitigazione del rischio sismico.

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Andrea Ceudech è architetto, Dottore di Ricerca in Pianificazione e Scienza del Territorio. Dal 2000 svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. In particolare, la sua attività di ricerca si è incentrata sulla definizione di metodi, tecniche e strumenti per la mitigazione, in chiave urbanistica, dei rischi naturali nei sistemi urbani ad elevata complessità. Su questo tema ha partecipato allo Specific Targeted Research Project “Applied multi Risk Mapping of Natural Hazards for Impact Assessment (ARMONIA Project)” finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del “Sixth Framework Programme, Priority 1.1.6.3 — IV.2.c” 2004-2006.

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CITTÀ E RETI DI TRASPORTO SU FERRO DA UN PARADIGMA INTERPRETATIVO AD UN CASO STUDIO

Enrica Papa

La crisi da congestione delle grandi metropoli mondiali e l’uso indiscriminato delle autovetture sta diffondendo in ambito disciplinare e istituzionale una crescente consapevolezza della necessità di intervenire con strategie e azioni integrate tra la pianificazione del trasporto collettivo e il governo delle trasformazioni urbane. La rete di trasporto su ferro diventa occasione per riorganizzare l’assetto insediativo, per ridurre la diffusione urbana, per orientare processi di crescita e per innescare fenomeni di riqualificazione urbana. Da queste premesse parte il lavoro che si presenta, il cui oggetto di ricerca è il governo delle trasformazioni delle aree di stazione di una rete metropolitana, definite come aree strategiche per la riorganizzazione della struttura urbana. La ricerca propone un’approfondita analisi dei riferimenti teorici sul tema delle interazioni trasporto – territorio, ed uno studio attento di casi paradigmatici. Inoltre il lavoro propone uno strumento di supporto alla definizione di interventi per la trasformazione delle aree di stazione. La ricerca infine mostra i risultati di un’applicazione al caso della città di Napoli, come esempio di gestione integrata delle trasformazioni delle aree delle stazioni esistenti e di progetto.

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Enrica Papa, ingegnere, è Dottore di Ricerca in Ingegneria delle Reti Civili e dei Sistemi Territoriali con indirizzo in Governo dei Sistemi Territoriali. Dal 2002 collabora alle attività didattiche e di ricerca del Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Nel 2003 frequenta il master Universitario di II livello in Programmazione e Gestione dei Sistemi di trasporto Mantra organizzato dall’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti Isfort. Nel 2005 è visiting researcher presso l’Institute for Metropolitan and International Development Studies AMIDSt dell’Università UVA di Amsterdam, occupandosi del tema sul governo della mobilità e delle trasformazioni urbane e territoriali.

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UNO STRUMENTO DI SUPPORTO ALLE DECISIONI PER LA TRASFORMAZIONE DELLE AREE INDUSTRIALI DISMESSE

Loredana C. Travascio

Intorno alla metà degli anni Novanta, la questione delle aree dismesse si è imposta con forza nel dibattitoTravascio sulle trasformazioni delle aree urbane, andando ad alimentare il più ampio tema della riqualificazione economica ed ambientale del territorio e della città in particolare. Nella città contemporanea il fenomeno, determinato anche dall’ammodernamento dei servizi e delle infrastrutture, è scandito dai tempi più rapidi dell’innovazione tecnologica, ed è soprattutto collegato alle dinamiche di ristrutturazione di consistenti porzioni di città. In tale contesto, ciò che rappresenta una novità è il modo di rapportarsi alla questione ed alle problematiche della riqualificazione urbana; in particolare, le aree dismesse sono viste come un problema urbano, intimamente collegato ai fenomeni di crisi strutturale e di degrado sociale che si manifestano nella città contemporanea. Per molti contesti urbani, ma anche per territori più ampi, la riutilizzazione delle aree industriali dismesse si è dimostrata l’unica possibilità effettiva per avviare un più generale processo di riorganizzazione urbana e territoriale. Partendo da tali presupposti, il lavoro di ricerca è stato orientato alla definizione di uno strumento di supporto alle decisioni per individuare il ventaglio di trasformazioni possibili e di usi compatibili in grado di innescare più ampi processi di sviluppo del sistema urbano e territoriale. Per raggiungere tale risultato, è stato necessario mettere a punto un percorso metodologico, che si è concluso con la verifica dello strumento su un ambito urbano all’interno del territorio comunale di Napoli: la zona orientale. Questa porzione del territorio napoletano rappresenta, infatti, un caso paradigmatico sia per la consistenza delle aree industriali dismesse presenti sia per le caratteristiche proprie della zona sia ancora per le strategie e per le scelte urbane delineate dal nuovo Piano Regolatore Generale. In ragione dell’obiettivo definito, il lavoro di ricerca è stato articolato in quattro fasi: una fase conoscitiva, orientata alla raccolta e allo studio della letteratura scientifica di riferimento; una fase interpretativa, orientata alla sistematizzazione dei principali assunti teorici; una fase metodologica, orientata alla definizione di un metodo per la costruzione di uno strumento di supporto al decisore; una fase di sperimentazione, orientata all’applicazione e verifica del metodo su un ambito urbano. In particolare, il metodo di carattere teorico, prendendo in considerazione i principali elementi che caratterizzano un processo di riconversione ovvero gli aspetti ricorrenti emersi nelle esperienze di riconversione studiate, stabilisce una serie di azioni sistematizzate da realizzare per facilitare il processo decisionale e per orientare il processo di riconversione di un’area industriale dismessa, individuandone le trasformazioni possibili e gli usi compatibili, in ragione del pregio e tenendo conto del sistema di vincoli, limiti e condizioni alla trasformazione.L’ultima fase è stata orientata all’applicazione del metodo sull’area orientale del Comune di Napoli, per individuare le soluzioni trasformative possibili e compatibili delle aree industriali dismesse ivi presenti. La prima difficoltà incontrata durante tale fase ha riguardato l’individuazione delle fonti in grado di restituire un quadro sufficientemente attendibile sull’entità del fenomeno. A ciò si è aggiunta, poi, la necessità di definire i parametri sulla base dei quali un’area è dichiarata dismessa, dal momento che in letteratura non ne esiste una definizione canonica. Ricostruito il quadro conoscitivo si è, quindi, verificato il metodo ed è stata realizzata la mappa della trasformabilità fisica e della compatibilità funzionale delle aree industriali dismesse individuate, quale strumento in grado di supportare il decisore pubblico e gli operatori privati nel processo di riconversione di tali aree.

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Loredana C. Travascio, ingegnere, ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Ingegneria dei Sistemi Idraulici, di Trasporto e Territoriali presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel 2008.
Nel 2005 ha svolto attività di consulenza per il Comune di Napoli nell’ambito del processo di elaborazione del “Piano Strategico della città di Napoli”. Nel 2007 ha collaborato con il Dipartimento di Analisi e Progettazione Strutturale della Facoltà di Ingegneria di Napoli nell’ambito del progetto “Inventario e caratterizzazione tipologica di edifici in cemento armato in abiti urbani di Napoli”. Nel 2008 è stato membro della redazione della rivista trimestrale “TeMA – Territorio Mobilità Ambiente”. Dal 2008 ha lavorato come consulente tecnico in una società di ingegneria che fornisce servizi nello sviluppo e nella progettazione di impianti di trattamento delle acque, nella progettazione e Direzione dei lavori, nella tutela dell’ambiente, nella sicurezza ed igiene nei luoghi di lavoro, nella prevenzione degli incendi, nei sistemi di gestione integrata.”

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INTERVENTI DI TRASFORMAZIONE, QUALITA’ URBANA E VALORIZZAZIONE IMMOBILIARE. UNA PROPOSTA DI METODO

Fiorella de Ciutiis

Le trasformazioni territoriali, i processi di riqualificazione urbana, lo sviluppo infrastrutturale implicano la costituzione di nuovi capitDE CIUTIISali fisici, sociali ed economici, che inducono e producono effetti ed impatti economici e territoriali la cui quantificazione appare un’operazione sempre più importante per orientare i processi decisionali. In altre parole, sembra essere cresciuta la necessità di stimare e misurare con un approccio quantitativo gli effetti di un intervento di trasformazione, ed in particolare le modifiche in termini di qualità urbana, in quanto esse incidono notevolmente sul successo e sull’efficacia di un intervento di trasformazione in termini sociali, economici, ambientali (Mollica, 2004). L’approccio “quantitativo” cui si fa più ricorso è probabilmente quello basato sulle stime monetarie. La domanda di qualità comporta voci di spesa che si possono riscontrare nelle voci più disparate dei costi della vita: domanda di servizi, di collegamenti, di fruibilità di naturalità, di tempo libero. La città ha, infatti, una sua caratterizzazione derivante anche dall’essere sede di luoghi in cui queste domande vengono soddisfatte. Ed è proprio nella determinazione di questa propensione a spendere per avere qualità che si basano tali stime (Torre, 1993). È, infatti, da diversi anni che in Italia, in ambito urbanistico-estimativo, si stanno affermando e specializzando metodologie di stima già ampiamente utilizzate all’estero (soprattutto negli Stati Uniti) che consentono di quantificare il valore monetario delle utilità prodotte dagli interventi di trasformazione sulla qualità del sistema urbano. Tali metodologie utilizzano le variazioni indotte sul valore di mercato di beni privati, in primo luogo degli immobili, e si basano quasi sempre sulla costruzione di hedonic equations, in cui le componenti di qualità urbana sono considerate come beni senza mercato. L’ipotesi di base del metodo dei prezzi edonici risiede nel presupposto che il valore di un bene è legato all’utilità attribuita al complesso delle sue specifiche caratteristiche. A partire da tale assunto, quindi, è possibile operare la scomposizione del prezzo totale dell’immobile nei prezzi delle caratteristiche in grado di determinarne il valore complessivo (Micelli, 1998). Il modello matematico che consenta tale operazione è basato sulla costruzione di un’equazione differenziale che lega la variazione infinitesima del prezzo dell’immobile alla variazione infinitesima delle sue caratteristiche, tra cui la qualità del contesto urbano in cui l’immobile è localizzato. Dal 1974, anno in cui è stato pubblicato il primo importante articolo scientifico sul metodo dei prezzi edonici dell’americano Rosen, si è prodotta un’ampia letteratura scientifica sul tema da cui emerge l’ampio raggio di azione di questo metodo: la stima delle esternalità ambientali negative (inquinamento atmosferico e acustico, traffico veicolare) in aree urbane; l’individuazione del valore di un bene pubblico (servizi alle imprese, scuole private, servizi pubblici locali); più recentemente, la valutazione ex post di politiche urbanistiche come la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria, di parchi e di spazi pubblici, di una nuova regolamentazione urbanistica nell’uso del suolo (Capello, 2003).

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SISTEMA FISICO DELLA CITTÀ E GOVERNANCE ENERGETICA: UN MODELLO INTERPRETATIVO

Floriana Zucaro

La città è il luogo storico di concentrazione della domanda di energia. Le trasformazioni della città sono, infatti, avvenute anche in ragione dello sviluppo di nuove fonti di energia, che hanno influito su economia e stili di vita, nonché sull’organizzazione fisica e funzionale dei sistemi urbani. Se questa considerazione sembra ovvia, meno scontate risultano essere le implicazioni e conseguenze del fenomeno, specialmente se paragonate alla valenza assunta dalla questione energetica nel raggiungimento degli obiettivi europei ed internazionali di sostenibilità ambientale. La forte attenzione alla tematica energetica, sia in termini di studio che di azione, è rivolta quasi esclusivamente ad aspetti specifici, quali ad esempio l’approvvigionamento energetico, i singoli settori di consumo, o le tecnologie di conversione energetica, tralasciando i luoghi di consumo per eccellenza, ovvero le aree urbane. Queste ultime sono, infatti, il luogo chiave dove agire per il raggiungimento di obiettivi ambientali strategici, quali la riduzione delle emissioni climalteranti ed il risparmio energetico. Le strette e complesse relazioni tra energia, cambiamento climatico e aree urbane, che ‘together are the main interconnected driving forces of human-induced global change’, non lasciano dubbi sul fatto che se le città sono parte del problema, allora sono inevitabilmente anche parte della soluzione. La natura multidimensionale della questione energetica, combinata con la complessità che caratterizza i sistemi urbani, i molteplici livelli di azione a cui intervenire ed il cambiamento del modello di sviluppo economico ed insediativo già da tempo auspicato, dovrebbe far riflettere sull’approccio da utilizzare, al fine di garantire la sostenibilità ambientale ed energetica dei sistemi urbani. Su tale consapevolezza si sviluppa il presente lavoro di ricerca finalizzato ad affrontare la questione dei consumi energetici alla scala di quartiere, con particolare attenzione alle caratteristiche urbanistiche ed ambientali.L’attività di ricerca mira, in pratica, a contribuire al dibattito scientifico e tecnico-operativo sui temi dell’integrazione tra governo delle trasformazioni territoriali e sostenibilità energetica, nell’ottica di favorire la riduzione dei consumi energetici in ambiente urbano. L’obiettivo principale è la messa a punto di un modello interpretativo basato sull’approccio sistemico in grado di mettere in luce le caratteristiche che influiscono maggiormente sui consumi energetici.

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Floriana Zucaro, Ingegnere, dal 2012 è dottoranda in Ingegneria dei Sistemi Idraulici, di Trasporto e Territoriali presso l’Università Federico II di Napoli. Attualmente è assegnataria di una borsa di studio nell’ambito del progetto Smart Energy Master, dove la sua attività di ricerca riguarda la messa a punto del modello conoscitivo, con particolare attenzione alla relazione tra caratteristiche fisico/ambientali del sistema urbano e consumi energetici.

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IL GOVERNO INTEGRATO TRASPORTI-TERRITORIO PER LA SOSTENIBILITÀ DELLE AREE URBANE: LO SVILUPPO DI UNA METODOLOGIA GIS PER L’ANALISI SPAZIALE.

Gerardo Carpentieri

Il lavoro di ricerca si inserisce nel filone scientifico del Governo Integrato Trasporti-Territorio per la sostenibilità delle aree urbane. Le relazioni tra l’organizzazione spaziale del sistema urbano e i sistemi di trasporto sono molto complesse e non ancora completamente analizzate. In questo ambito, molti aspetti sono ancora da approfondire, in relazione ai fattori che condizionano le relazioni tra questi due sottosistemi, come ad esempio l’utilizzo sostenibile della risorsa suolo, gli effetti della transizione verso sistemi di trasporto meno inquinanti, la crisi economica e le questioni connesse alla necessità di una maggiore equità dei trasporti. La finalità di questo lavoro di ricerca è di definire e quantificare gli impatti sull’uso del suolo e sui sistemi socio-economici verificatisi in seguito all’applicazione di politiche di sviluppo integrato Trasporti-Territorio, in modo da poter supportare i decisori e i tecnici nella valutazione dello stato di attuazione delle politiche di sviluppo integrato già avviate. Questo consentirà adeguata conoscenza delle dinamiche evolutive, al fine di facilitare la localizzazione e la tipologia di interventi da poter realizzare successivamente. In particolare, l’obiettivo è mettere a punto una procedura standardizzata di analisi spaziale ex-post, in ambiente GIS, in grado di quantificare gli impatti sull’uso del suolo e sulla struttura socio-economica nelle aree di stazione, a livello macro e micro, che si sono verificati a seguito dell’integrazione tra la realizzazione sia di nuove linee e stazioni di trasporto su ferro urbano sia d’interventi di riqualificazione e trasformazione urbana. La ricerca è stata articolata in tre principali fasi di lavoro, svolte nel corso del ciclo di dottorato, che sono: (i) Lo Stato dell’Arte. Lo studio della letteratura scientifica di riferimento inerente il tema dell’integrazione Trasporti-Territorio nelle aree urbane e l’impiego dei nuovi strumenti GIS e degli Open Data; (ii) La Metodologia. La definizione di una metodologia per l’analisi spaziale in ambiente GIS, in grado di quantificare gli impatti, sull’uso del suolo e sulla struttura socio-economica, che si sono generati in seguito ad interventi di trasformazione urbana integrati Trasporti-Territorio; (iii) L’Applicazione. L’individuazione e l’analisi dell’area di studio della città di Napoli, al fine di testare la procedura sviluppata e di studiare lo stato d’avanzamento delle politiche di sviluppo integrato e i possibili interventi futuri. A conclusione del lavoro svolto nelle tre frasi e alla luce dei risultati emersi, con lo sviluppo della metodologia e la sua applicazione al caso studio della Città di Napoli, è stato possibile conseguire due principali avanzamenti tecnico-scentifici. Il primo riguarda lo sviluppo della metodologia GIS per l’analisi spaziale che tramite l’implementazione ex-novo di un tool GIS, consentirà ai tecnici e/o studiosi l’applicazione anche ad altri contesti urbani, in modo da poter verificare lo stato d’attuazione delle politiche integrate ed avviare la successiva programmazione di nuovi interventi. Il secondo avanzamento riguarda l’applicazione della metodologia GIS al territorio comunale di Napoli, che ha permesso di valutare come e se le politiche integrate sviluppate negli ultimi venti anni, hanno avuto un impatto sull’uso del suolo e i sistemi socio-economici nelle aree interessate dagli interventi di trasformazione previsti dalle amministrazioni locali. Tali risultati costituiscono un bagaglio conoscitivo a disposizione dei decisori pubblici, dei tecnici e degli studiosi, utile ad individuare le possibili aree d’intervento, così da poter mettere a punto nuovi piani e progetti di trasformazione integrata Trasporti-Territorio che permettono di migliorare ulteriormente la sostenibilità ambientale, economica e sociale dell’area di studio.

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Gerardo Carpentieri, Ingegnere, dottore di ricerca in Ingegneria dei Sistemi Civili presso il Dipartimento di Ingegneria Civile, Edile e Ambientale dell’Università di Napoli Federico II. Da dicembre 2012 collabora con la rivista scientifica “TeMA-Journal of Land-Use, Mobility and Environment” e si occupa della rubrica “Books”. Da Maggio 2013 è membro  dell’Azione COST “Accessibility Instruments for Planning Practice in Europe”. Laureatosi in Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio presso l’Università di Napoli Federico II, con una tesi incentrata sul governo delle trasformazioni urbane e territoriali. Nel luglio 2013 ha vinto una borsa di studio nell’ambito del progetto di ricerca PRIN “Linee guida per la mobilità sostenibile nelle aree urbane”. Da marzo 2014 collabora al progetto di ricerca “Smart Energy Master”, all’interno del quale si occupa di risparmio energetico nel settore degli edifici.

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LOCALIZZAZIONE DEI SERVIZI PUBBLICI, UTENTI SERVITI E RETI DI TRASPORTO: UN APPROCCIO INTEGRATO ALL’ANALISI DELL’ACCESSIBILITÀ ALLE DOTAZIONI URBANE.

Gennaro Angiello

L’accessibilità è considerata un aspetto fondamentale di una città ben funzionante, un indicatore sintetico del livello di organizzazione del territorio ed un utile framework per integrare politiche di assetto urbano e investimenti nell’offerta di trasporto pubblico. Il presente lavoro di tesi si centra sul tema dell’accessibilità alle dotazioni urbane ed utilizza il concetto di accessibilità come una misura in grado di catturare l’intensità e la distribuzione spaziale dei benefici derivanti da una corretta organizzazione di spazi e servizi pubblici. Integrando in maniera creativa nuove fonti di dati e sviluppando tool di analisi spaziale ad hoc, il presente lavoro mette a punto nuovi approcci e nuovi indicatori di accessibilità in grado di rappresentare in maniera innovativa la domanda e l’offerta di spazi e servizi pubblici ed il loro potenziale di interazione spaziale, reso possibile dalle reti di trasporto.

Il Capitolo 1 del lavoro di tesi propone una sintesi ragionata degli sviluppi scientifici più recenti sul tema dell’accessibilità urbana e sulle opportunità, per la ricerca e per la pratica, offerte dall’avanzamento tecnologico dei sistemi informativi geografici e dalla disponibilità di nuove fonti di dati. Sulla base di questa elaborazione, vengono successivamente introdotte le finalità e gli obiettivi del lavoro di tesi, lo study design ed il posizionamento della ricerca all’interno del dibattito scientifico attuale.

Il Capitolo 2 propone un approfondimento sull’impiego degli indicatori di accessibilità a supporto dell’organizzazione della rete scolastica e descrive i risultati dell’applicazione di tali indicatori nei casi studio di Napoli e Milano. In contrasto con il focus sulla prossimità (i.e. la vicinorietà tra residenza ed istruzione) che ha caratterizzato la letteratura scientifica più recente, il capitolo propone un set di indicatori che permettono di tenere in conto diversi aspetti quali: i) le caratteristiche distributive e dimensionali dei plessi scolastici; ii) il bilanciamento locale tra domanda ed offerta di servizi; iii) l’attrattività di ciascun plesso scolastico espressa in funzione dell’offerta formativa, della qualità degli spazi e dei risultati ottenuti nelle prove standardizzate nazionali; iv) i meccanismi di scelta dell’istituzione scolastica e gli impatti di tali meccanismi sui livelli di accessibilità. Gli indicatori proposti vengono implementati mediante un applicazione in due casi di studio ed i risultati ottenuti dall’applicazione di diverse strategie di misura vengono empiricamente comparati mediante tecniche di statistica multivariata. Infine, un indicatore di equità spaziale, basato su un adattamento del coefficiente di Gini al caso dell’accessibilità ai servizi scolastici ed in grado di sintetizzare le diverse prospettive viene presentato.

Il Capitolo 3 del lavoro di tesi presenta una metodologia di analisi dinamica dell’accessibilità ai servizi sanitari e discute le implicazioni di tale approccio per le pratiche di pianificazione, mediante una applicazione al caso studio della città di Madrid. In contrasto con analisi di tipo statico, il capitolo propone una nuova metodologia basata sull’utilizzo di big data, in grado di valutare l’accessibilità in diversi istanti temporali e di calcolare metriche sinottiche dei livelli di accessibilità su prefissati intervalli temporali. La metodologia permette di modellare le variazioni temporali dell’accessibilità ai servizi sanitari, derivanti a loro volta da: i) variazioni nell’intensità e nella distribuzione spaziale degli utenti potenziali; ii) fluttuazioni nelle performance delle reti di trasporto; iii) orari di apertura e chiusura dei servizi e turnazione del personale. Viene definito inoltre un indicatore sintetico di accessibilità in grado di fornire una misura globale del soddisfacimento della domanda di servizi. La validità di un approccio dinamico è infine testata mediante una comparazione dei risultati della metodologia proposta con quelli ottenuti dall’implementazione di metodologie convenzionali e mediante lo sviluppo di diversi scenari di intervento sul sistema delle dotazioni attuali.

Il capitolo 4 della tesi infine riporta un quadro sintetico dei risultati ottenuti, commentati alla luce degli obiettivi individuati nella prima parte del lavoro. In tale parte vengono inoltre presentati i principali limiti del lavoro di tesi e fornite alcune riflessioni per future linee di ricerca. I risultati del lavoro di tesi sono sia metodologici che contestuali e presentano implicazioni rilevanti per le pratiche di governo del territorio. Con riferimento agli aspetti metodologi, le principali innovazioni del lavoro di tesi rispetto allo stato dell’arte attuale riguardano: i) lo sviluppo di indicatori di accessibilità time-sensitive; ii) l’utilizzo di nuove fonti di dati per le analisi di accessibilità ai servizi pubblici; iii) l’impiego di tecniche di statistica multivariata per la comparazione e la sintesi di diversi indicatori di accessibilità e per la valutazione degli effetti distributivi derivanti da modifiche dell’offerta di servizi. Con riferimento agli aspetti contestuali, il lavoro di tesi illustra e descrive, per la prima volta, i pattern di accessibilità ai servizi scolastici e sanitari nelle città di Napoli, Milano e Madrid. Infine, con riferimento alle implicazioni per le pratiche di governo del territorio, il lavoro di tesi sottolinea la necessità di un approccio metodologico-disciplinare più complesso, basato su una conoscenza approfondita della complessa rete di relazioni esistente tra offerta di servizi pubblici, utenti serviti e reti di trasporti. In tal senso, i modelli di accessibilità proposti in questo lavoro permettono di strutturare una conoscenza utile e dettagliata di tali fenomeni, risultando in definitiva particolarmente rilevanti per l’individuazione di carenze distributive o dimensionale, per la verifica del soddisfacimento delle esigenze degli utenti urbani e per la valutazione ex ante di ipotesi alternative di intervento.

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Gennaro Angiello, Ingegnere. Dottore di ricerca in Ingegneria dei Sistemi Civili presso l’Università di Napoli Federico II. Si occupa di mobilità sostenibile, accessibilità e modelli di interazione trasporti-territorio. Da marzo 2012 collabora con la rivista scientifica “TeMA-Journal of Land-Use, Mobility and Environment”, per la quale è attualmente redattore della rubrica “Urban Practices”.  Da Maggio 2012 è membro  dell’Azione COST “Accessibility Instruments for Planning Practice in Europe”. Si laurea in Ingegneria dei Sistemi Idraulici e di Trasporto nel febbraio 2013, discutendo una tesi in Tecnica Urbanistica sulla pianificazione integrata trasporti-territorio delle aree di stazione. Nel giugno 2013 è vincitore di una borsa di studio post-laurea all’interno del progetto di ricerca “PRIN 2009 – Linee guida per la Mobilità Sostenibile”. Da marzo 2014 collabora al progetto di ricerca “Smart Energy Master”, all’interno del quale si occupa di risparmio energetico nel settore dei trasporti e della mobilità.