Tesi Papa

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La crisi da congestione delle grandi metropoli mondiali e l’uso indiscriminato delle autovetture sta diffondendo in ambito disciplinare e istituzionale una crescente consapevolezza della necessità di intervenire con strategie e azioni integrate tra la pianificazione del trasporto collettivo e il governo delle trasformazioni urbane. La rete di trasporto su ferro diventa occasione per riorganizzare l’assetto insediativo, per ridurre la diffusione urbana, per orientare processi di crescita e per innescare fenomeni di riqualificazione urbana. Da queste premesse parte il lavoro che si presenta, il cui oggetto di ricerca è il governo delle trasformazioni delle aree di stazione di una rete metropolitana, definite come aree strategiche per la riorganizzazione della struttura urbana. La ricerca propone un’approfondita analisi dei riferimenti teorici sul tema delle interazioni trasporto – territorio, ed uno studio attento di casi paradigmatici. Inoltre il lavoro propone uno strumento di supporto alla definizione di interventi per la trasformazione delle aree di stazione. La ricerca infine mostra i risultati di un’applicazione al caso della città di Napoli, come esempio di gestione integrata delle trasformazioni delle aree delle stazioni esistenti e di progetto.

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 Barra

Enrica Papa, ingegnere, è Dottore di Ricerca in Ingegneria delle Reti Civili e dei Sistemi Territoriali con indirizzo in Governo dei Sistemi Territoriali. Dal 2002 collabora alle attività didattiche e di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Nel 2003 frequenta il master Universitario di II livello in Programmazione e Gestione e dei Sistemi di trasporto Mantra organizzato dall’Istituto Superiore di Formazione e Ricerca per i Trasporti Isfort. Nel 2005 è visiting researcher presso l’Institute for Metropolitan and International Development Studies AMIDSt dell’Università UVA di Amsterdam, occupandosi del tema sul governo della mobilità e delle trasformazioni urbane e territoriali.

Tesi Ceudech

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Negli ultimi vent’anni le “catastrofi naturali” nel mondo sono raddoppiate. Di fronte all’evidenza degli ingenti danni e delle perdite umane che accompagnano il manifestarsi di alluvioni, terremoti, uragani, ecc., anche di non elevata intensità, la mitigazione degli impatti sul territorio di eventi naturali è divenuta centrale nel dibattito e nella pratica urbanistica, anche italiana, degli ultimi anni. I disastri di matrice naturale si verificano quando le dinamiche dei fenomeni naturali incrociano l’ambiente antropizzato, determinando su quest’ultimo impatti distruttivi. Il legame tra la possibilità dell’evento naturale di verificarsi, con una data intensità entro un definito arco temporale, e le caratteristiche dei sistemi territoriali che possono comportare danni più o meno elevati è espresso mediante il concetto di “rischio”. Tra i rischi naturali, quello che assume in Italia maggiore rilevanza in ambito urbano è quello sismico. Nel nostro paese, infatti, la quantità dei danni e delle vittime che dall’inizio del Novecento ad oggi si è registrata nelle città di piccole e medie dimensioni pone in maniera stringente il problema del rischio sismico in ambito urbano, evidenziando nella parte più antica degli insediamenti l’area di maggiore problematicità. Sulla base di tali considerazioni ed in riferimento ad un approccio sistemico allo studio dei fenomeni urbani, la ricerca è finalizzata a mettere a punto tecniche di scenario per la conoscenza dei molteplici danni che le grandi città storiche subiscono a seguito di un evento sismico per definire efficaci strategie urbanistiche di mitigazione del rischio sismico.

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 Barra

Andrea Ceudech è architetto, Dottore di Ricerca in Pianificazione e Scienza del Territorio. Dal 2000 svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”. In particolare, la sua attività di ricerca si è incentrata sulla definizione di metodi, tecniche e strumenti per la mitigazione, in chiave urbanistica, dei rischi naturali nei sistemi urbani ad elevata complessità. Su questo tema ha partecipato allo Specific Targeted Research Project “Applied multi Risk Mapping of Natural Hazards for Impact Assessment (ARMONIA Project)” finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del “Sixth Framework Programme, Priority 1.1.6.3 — IV.2.c” 2004-2006.

Tesi Cerrone Ceudech Orefice Trifiletti

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È ormai opinione condivisa che solo strategie di intervento che tengano conto degli aspetti economici, sociali, culturali oltre che edilizi ed urbanistici, possano innescare processi di riqualificazione dei centri storici di lunga durata ed ampio respiro. Tale approccio impone, però, la necessità che il tema venga affrontato nella sua multidimensionalità riconducendo la molteplicità e l’eterogeneità delle azioni da mettere in campo all’interno di una strategia unitaria di governo dell’evoluzione di un sistema urbano o di una sua parte, finalizzata alla gestione sia dell’ordinaria manutenzione sia delle trasformazioni fisi-che economiche e sociali. Il principale contributo del presente volume al dibattito sulle tecniche e gli strumenti operativi di governo dello sviluppo dei centri storici è riconducibile all’approfondimento di alcune tematiche emergenti ritenute particolarmente significative ed innovative per orientare in un’ottica integrata gli interventi sui centri storici.

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Barra

Daniela Cerrone (Napoli 1973), ingegnere, Dottore di Ricerca in Pianificazione e Scienza del Territorio presso l’Università degli studi di Napoli Federico II, ha conseguito il Master in Business Administration presso STOÀ nel 1999. Dal 1998 svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, sviluppando gli aspetti connessi alle pratiche (procedure e strumenti) e politiche (sistemi di azioni coordinate) di governo e implementazione delle trasformazioni urbane con particolare riferimento ai meccanismi di innesco, promozione, sviluppo delle trasformazioni nelle aree urbane di grandi dimensioni.

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Andrea Ceudech (Napoli 1972), architetto, dottorando in Pianificazione e Scienza del Territorio presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II. Ha orientato la propria attività di ricerca alla messa a punto di strumenti e tecniche di supporto ad un governo delle trasformazioni urbane finalizzato al raggiungimento di obiettivi di sostenibilità, con particolare riferimento alla mitigazione, in chiave urbanistica, dei rischi naturali. Tra le pubblicazioni: “Una procedura per la misura della vulnerabilità dei sistemi urbani ai rischi naturali: il caso Napoli”, in Atti della XXII Conferenza A.I.S.Re., Venezia, 2001; con A. Galderisi e M. Stanganelli “Governo delle trasformazioni, prevenzione del rischio sismico e gestione dell’emergenza nei grandi sistemi urbani”, Atti della XXIII Conferenza A.I.S.Re., Reggio Calabria, 2002.

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Luigi Orefice (Napoli 1967) architetto, Dottore di Ricerca in Metodi di valutazione nella progettazione urbanistica ed architettonica. Dal 1998 è docente a contratto di Estimo per il corso di Diploma in Ingegneria delle Infrastrutture presso la Facoltà di Ingegneria di Napoli, Dal 2002 è Ricercatore della cattedra di Economia ed Estimo Civile della Facoltà di Ingegneria di Napoli (Federico II) presso il Dipartimento di Ingegneria Economico-Gestionale.

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Emilia Giovanna Trifiletti (Milano 1970), architetto, è Dottore di Ricerca in “Pianificazione e Scienza del Territorio”. Dal 1998 svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II occupandosi dei processi di riqualificazione della città esistente ed in parti-colare del ruolo che, nel processo di trasformazione della città, può giocare la presenza di vaste aree non più utilizzate. Ha collaborato con l’Istituto di Pianificazione e Gestione del Territorio del C.N.R. di Napoli ed attualmente collabora con il Comune di Napoli nell’ambito del Progetto recupero del Real Albergo dei Poveri.

Tesi Stanganelli

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Nell’ultimo cinquantennio, in Italia, gran parte delle espansioni urbane e delle nuove infrastrutture sono state realizzate senza alcuna considerazione delle caratteristiche geomorfologiche del territo-rio e dell’ambiente. Molti interventi sono stati realizzati in aree soggette a rischio idrogeologico, anche elevato e storicamente conosciuto, e sono state urbanizzate ed edificate intensamente aree di naturale pertinenza fluviale. È stato cancellato o comunque compromesso, in diversi casi, il reticolo idrografico minore. Contemporaneamente, lo spopolamento di vaste aree ha comportato l’abbandono delle opere che garantivano la manutenzione e la conservazione del suolo. Lo spreco di risorse primarie e il non corretto uso del suolo hanno dato luogo ad una situazione di diffuso degrado che contribuisce ad amplificare gli effetti dei fenomeni distruttivi di origine naturale quali alluvioni, frane, terremoti. L’incidenza e la frequenza di alcuni di tali fenomeni catastrofici è in aumento in tutto il mondo. In molti casi le ragioni del progressivo incremento di perdite e danni vanno rinvenute negli attuali modelli di sviluppo antropico che incrementano la vulnerabilità degli insediamenti umani attraverso localizzazioni pericolose, forme insediative non idonee, disfunzioni organizzative. Lo studio analizza strumenti, contenuti e metodologie per una pianificazione urbanistica e territo-riale in grado di contribuire concretamente alla riduzione dei livelli di rischio.

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Barra

Marialuce Stanganelli, architetto, è ricercatore di Tecnica Urbanistica presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II “e Dottore di ricerca in Pianificazione e Scienza del Territorio. Dal 1992 svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio su due filoni principali: l’analisi e la valutazione dei sistemi urbani e territoriali, con particolare riferimento al tema dei rischi naturali; l’analisi del rapporto tra pianificazione e politiche di gestione e programmazione degli interventi

Tesi Mannelli

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Gli elementi endogeni materiali ed immateriali, che legano profondamente la storia del territorio a quella delle popolazioni che lo abitano, rappresentano una sorta di eredità culturale del luogo e possono essere chiamati “identità”. Queste consentono di leggere i processi di formazione del territorio nella lunga durata e di interpretare la memoria del territorio, la sua sapienza ambientale, le sue leggi di crescita ed il suo sistema di relazioni e di governo. Le identità rappresentano, quindi, un patrimonio illimitato e, se valorizzate ed incentivate, possono trasformarsi in vere e proprie risorse. Solo una nuova pianificazione che comprenda ed interpreti la ricchezza della diversità e della complessità territoriale può consentire alle comunità locali di costruire uno sviluppo fondato sulla competitività del proprio patrimonio territoriale e sulla qualità delle risorse. Strumenti di questa nuova pianificazione sono l’ascolto, l’interazione, la comunicazione, l’esperienza quotidiana, le emozioni, le sensazioni, la conoscenza intuitiva. Nel processo di costruzione del territorio diverse sono le strutture che devono essere coinvolte sinergicamente in un gioco costruttivo e cooperativo. A questo proposito, è necessario mettere in funzione non più strumenti normativi come quelli tradizionali, bensì dispositivi aperti in grado di coinvolgere in modo attivo tutti coloro che partecipano alla costruzione della territorialità.

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Laurentia Mannelli, Dottore di Ricerca, svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università degli Studi di Napoli Federico Architetto, ha indirizzato gli studi post-universitari verso il campo della Progettazione Architettonica prima, e poi Urbana, approdando alla definizione di un sistema residenziale basato sulla flessibilità e variabilità dello spazio abitativo -in funzione di valori dipendenti dall’individualità dell’uomo- ed all’idea di una città aperta ad accogliere le rapide trasformazioni per garantire il benessere del singolo e per migliorare la qualità della vita. Successivamente, ha incentrato la propria attenzione sul tema della conoscenza del territorio nelle sue intrinseche componenti, sulla pianificazione volta a programmare le azioni in funzione delle specifiche identità territoriali e sulla nuova concezione di Piano (“work in progressi, che risulta aperto e capace di modificare scelte ed interventi in virtù degli apporti dei molteplici attori partecipanti al processo della sua costruzione.

Tesi La Rocca

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Base di questo studio è la considerazione che riconoscere al turismo il ruolo di “volano economico”, non giustifica la carenza di politiche territoriali integrate, tese alla razionalizzazione dell’uso e della fruizione delle risorse ambientali, paesaggistiche e culturali, oltre che alla salvaguardia di tali risorse. In tal senso, diviene prioritaria la messa a punto di un insieme di azioni coordinate che, oltre a garantire la valorizzazione delle risorse e delle vocazioni di un territorio, siano finalizzate a rendere maggiormente vivibili le città interessate dal fenomeno, pur nel perseguimento di obbiettivi di sviluppo turistico. Una corretta strategia di promozione turistica deve tener conto delle dotazioni del territorio (risorse primarie, strutture ricettive, Infrastrutture di trasporto, livelli di accessibilità, disponibilità dei residenti), al contempo, però, non può prescindere dall’essere espressione di un disegno complessivo di sviluppo, teso, tra l’altro, al superamento di squilibri tra aree altamente congestionate e aree marginali, pur all’interno di uno stesso territorio. Tali considerazioni hanno guidato lo sviluppo della ricerca contenuta in questo volume che dalla conoscenza del fenomeno turistico perviene all’elaborazione di uno schema di sviluppo turistico per Napoli, proponendo l’articolazione del territorio urbano in un sistema di “zone a specializzazione turistica” (ZST) rafforzandone le peculiarità e le vocazioni, in maniera compatibile con le risorse esistenti.

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Rosa Anna La Rocca è architetto, Dottore di Ricerca in Pianificazione e Scienza del Territorio, titolare di Assegno di Ricerca. Dal 1992 svolge la sua attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ponendo particolare attenzione allo studio dei fenomeni ad elevato impatto sulle trasformazioni fisiche e funzionali del territorio con la finalità di ricercare metodi, strumenti e procedure per governarne e ridurne gli effetti. Trai suoi più recenti lavori: “La razionalizzazione dell’offerta urbana per un turismo sostenibile” in Aloj, E., ed., (2002), Economic development and sustainability: the environmental and cultural tourism as new occupation opportunity, RCE edizioni srl, Napoli; “Sviluppo turistico e governo del territorio: elementi per la definizione di ipotesi di compatibilità” in AA.VV., (2001), Scienze regionali e strategie per la città e il territorio, XXII Conferenza Italiana di Scienze Regionali, I.Pi.Ge.T — CNR, Napoli.

Tesi Cerrone

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La pianificazione strategica ha introdotto, nel campo della pianificazione urbanistica, u2n nuovo approccio alla fase della conoscenza; nuovi metodi di selezione delle priorità di intervento; nuovi strumenti di individuazione e attivazione di risorse; in sintesi, una nuova “filosofia” del governo delle trasformazioni urbane e territoriali finalizzate allo sviluppo fisico ma anche e soprattutto sociale ed economico del sistema urbano. Il successo di alcune esperienze ha creato una notevole “fiducia” nelle possibilità di tale strumento; fiducia che ha dato vita ad un fenomeno di emulazione che ha generato una molteplicità di piani riconducibili alla definizione di Piano Strategico. Spesso i risultati hanno però disatteso le aspettative. Attraverso l’analisi dei principali contri-buti teorici e delle numerose esperienze di piano, in questo volume si pone in evidenza l’esistenza di molteplici elementi di convergenza tra i casi analizzati ma si sottolinea soprattutto che l’esito di tali esperienze è fortemente condizionato da alcuni fattori propri del contesto locale. Il successo di una esperienza di pianificazione strategica dipende dalla capacità di “calare” la struttura generale del Piano, nella realtà particola-re del contesto territoriale per il quale si predispone lo strumento. Il principale contri-buto del presente volume al dibattito sugli strumenti operativi di governo dello sviluppo dei sistemi urbani è, quindi, riconducibile all’individuazione degli elementi che condizionano i processi di costruzione dei piani strategici. Lo studio individua i principali fattori da cui dipende il processo di pianificazione strategica e ne approfondisce le problematiche al fine di chiarire le possibili alternative risolutive.

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 Barra

Daniela Cerrone (Napoli 1973), ingegnere, Dottore di ricerca in Pianificazione e Scienza del Territorio presso l’Università degli studi di Napoli “Federico II”, ha conseguito il Master in Business Administration presso STOÀ nel 1999. Dal 1998 svolge attività di ricerca presso il Dipartimento di Pianificazione e Scienza del Territorio dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, sviluppando gli aspetti connessi alle pratiche (procedure e strumenti) e politiche (sistemi di azioni coordina-te) di governo e implementazione delle trasformazioni urbane con particolare riferimento ai meccanismi di innesco, promozione, sviluppo delle trasformazioni nelle aree urbane di grandi dimensioni.